«Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino vi era un sepolcro nuovo, in cui nessuno era stato ancora deposto. Là deposero Gesù» (Gv 19,41-42).
Il giardino che fa da cornice all’Altare della Reposizione ci ricorda il luogo in cui è stato sepolto Gesù ma ci rimanda anche a un altro giardino: quello dell’Eden. Un giardino che a causa della disobbedienza perse la sua bellezza e divenne desolazione, luogo di morte e non più di vita.
Cristo, obbediente alla volontà del Padre fino al dono totale di Se Stesso sulla croce, con la Sua risurrezione ha fatto rifiorire la vita, ha trasformato i nostri rami selvatici e secchi, resi tali dal peccato, in piante rigogliose e piene di frutti e come Buon Pastore ci invita a pascoli di erbe verdi e fresche.
Il silenzio che avvolge il giardino ci permette di ascoltare il sussurro di una brezza leggera: si tratta delle sette frasi di Gesù, riferite da San Giovanni nel suo Vangelo, le quali rivelano la Sua identità e che culminano nella Sua presenza viva, reale, sostanziale nell’Eucaristia. Il tema della vita unifica queste espressioni accompagnate da segni e ci richiamano al dono della Vita vera che Gesù ci ha promesso: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).
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